Squilibrio reddituale dovuto all'organizzazione familiare: sì all'assegno divorzile

La Cassazione ha stabilito che ogni ex coniuge dovrebbe provvedere al proprio sostentamento dopo il divorzio, ma occorre considerare il potenziale squilibrio economico derivante dai diversi ruoli familiari e il contributo alla gestione familiare e patrimoniale.

Squilibrio reddituale dovuto all'organizzazione familiare: sì all'assegno divorzile

In un caso di un lungo matrimonio seguito da una separazione di quasi trent'anni, si è registrata una decisione insolita: la previsione di un assegno divorzile per la donna. Il giudice ha concesso l'assegno per compensare i dislivelli nella divisione dei ruoli familiari, poiché mentre il marito si dedicava al lavoro, la moglie si occupava della gestione domestica e familiare. Nonostante il tentativo di contestazione da parte dell'ex marito, la Cassazione ha respinto il ricorso confermando la correttezza della decisione, in linea con i principi giuridici vigenti. La Corte ha sottolineato che, se uno dei coniugi non è autonomo economicamente e vi sono stati movimenti ingiustificati di beni durante il matrimonio, è necessario correggere tali squilibri tramite l'assegnazione di un assegno divorzile. Il chiarimento della Cassazione ha evidenziato che l'assegno non mira a ripristinare lo standard di vita precedente, ma piuttosto a riconoscere il contributo al patrimonio familiare, sottolineando la sua natura assistenziale e compensativa.

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